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Gli impianti per il recupero dei solventi sono diventati sempre più importanti per adeguarsi alle normative sulla riduzione delle emissioni (direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali - prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento) e assicurare l'efficienza energetica, diventando anche un importante fattore nell' economia circolare.
Siamo in grado di consigliare il miglior tipo e tecnologia di impianto a seconda del fluido e del solvente utilizzati, delle dimensioni e del consumo energetico dell'azienda cliente.
Gli impianti di recupero solvente sono impiegati in svariati settori produttivi, come imballaggi flessibili, nastri adesivi, rivestimenti, gomma, esplosivi, prodotti chimici e farmaceutici, sgrassatura, estrazione, verniciatura, poliuretani e resine acriliche.
In particolare, i principali solventi utilizzati nelle industrie sono:
• acetato di etile
• alcool etilico
• chetoni
• alcool iso-propilico
• solventi aromatici
Per questi processi viene impiegata aria calda con lo scopo di far evaporare i solventi dalle zone di utilizzo, come accade con le macchine da stampa. In queste condizioni l'aria inquinata generalmente contiene fra 2 e 15 g/m³ di solvente con 5,20 g/m³ di vapore acqueo, a seconda delle stagioni e della zona in cui si trovano le aziende.
Consigliamo l'azienda cliente nella scelta tecnologica più adeguata tra quelle disponibili.
Ciò infatti richiede una competenza specifica e una valutazione dell'impatto energetico e ambientale.
Processo di adsorbimento su carbone attivo e desorbimento mediante gas inerte:
• Adsorbimento su carboni attivi
• Desorbimento dei solventi con gas inerte (tecnologia standard o con recupero del
calore)
• Disidratazione dei solventi mediante adsorbimento su setacci molecolari (zeoliti)
• Rigenerazione dei setacci molecolari mediante gas inerte
• Adsorbimento dei solventi in fase liquida da gas esausti (stripper o abbattimento)